Ricca di scorci e spiagge mozzafiato, la Costiera Amalfitana è una delle perle della nostra Penisola. Oltre al mare cristallino e alle calette nascoste, ci sono luoghi ricchi di storia da scoprire e la Torre dello Ziro è sicuramente una di questi.
Il sentiero per arrivare a questa torre antichissima è facilmente percorribile, adatto anche a famiglie con bambini, e si snoda dai piedi del Monte Pontone fino alla cima, dove si può ammirare questa fortificazione con più di 500 anni.
Chi ama la natura non rimarrà deluso da questo percorso verde, immerso nella flora campana e ricco di vedute uniche sul Golfo di Salerno e sui paesi che lo compongono.
Visitando questi luoghi saranno accontentati anche gli appassionati di storia: la Torre dello Ziro ha origini molto antiche, e questo luogo ha visto avvicendarsi re e condottieri oltre ad essere stata fonte di una vicenda che è diventata una leggenda, quella di Giovanna la Pazza e del Granducato di Amalfi.
Se vi state chiedendo come arrivare a questa torre la risposta è molto semplice: occorrono solamente delle buone scarpe da ginnastica e un po’ di acqua fresca per concedersi delle piacevoli soste lungo il percorso e ammirare il paesaggio dai punti panoramici.
Il resto lo farà questo sentiero che offre interessanti panorami, vedute sul Golfo e costruzioni antiche tutte da scoprire.
Torre dello Ziro: tra storia e leggenda
La torre dello Ziro è conosciuta non solamente per il suo interesse architettonico e per essere il maschio del Castello di Scalella in Pontone: sono infatti numerosi gli avvenimenti della storia che si sono avvicendati dentro e attorno queste mura e le leggende che nascondono.
La prima curiosità da soddisfare è sicuramente legata al nome: si dice che debba questa denominazione alla particolare forma cilindrica che ricorderebbe infatti i tipici vasi che venivano utilizzati per conservare cibi quali olive o cereali che in arabo erano chiamati Ctiri.
Questa torre è stata sicuramente, grazie alla posizione strategica sul golfo, un importante punto di avvistamento.
Voluta fortemente dal potente Ducato di Amalfi, faceva parte di una più ampia costruzione, una fortezza nota come Castrum Scalelle (il Castello di Scalelle).
Da questa, come da altre torri, si dominava il Golfo intero e si potevano così avvistare le navi nemiche in arrivo. Il Ducato di Amalfi, forte del dominio della città marinara di Amalfi, volevano innanzitutto sventare il pericolo dei saraceni che, arrivando dal mare, rappresentavano una minaccia imponente.

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Ma questa torre è nota non soltanto per il grande aiuto nella difesa del territorio ma è conosciuta anche e soprattutto per la tragica storia legata a Giovanna d’Aragona, nel sedicesimo secolo.
Giovanna, figlia del Re Enrico di Aragona, si era sposata con il Duca di Amalfi, don Alfonso Todeschini Piccolomini, giovanissima: aveva solamente 12 anni.
Dopo soli due anni dal matrimonio, Giovanna rimane vedova del marito e i comportamenti insoliti dopo questa perdita le valgono il soprannome di Pazza.
Per amministrare il patrimonio lasciatole in eredità dal consorte, si era avvalsa dell’aiuto del maggiordomo di corte, il patrizio Antonio Beccadelli di Bologna. Tra i due nasce una relazione clandestina che porta a un matrimonio segreto e alla nascita di tre figli.
Il fratello di Giovanna, il cardinale Luigi d’Aragona, disapprova questa relazione di cui era venuto a conoscenza, per la differenza di ceti sociali a cui i due amanti appartenevano.
Decide quindi di intervenire rendendosi il mandante di un omicidio sanguinoso. Fa rinchiudere la sorella e i tre figli e li fa morire, murati vivi, nella Torre dello Ziro.
La leggenda vorrebbe trovare conferma nel fatto che non ci fossero finestre in questa fortificazione.
Il consorte, Antonio da Bologna, non trova una fine migliore: riuscito a fuggire nel Ducato di Milano viene fatto assassinare, pugnalato a morte da alcuni sicari, dal cognato cardinale.
Questa vicenda ha trovato ampio spazio nella letteratura. Il primo a narrare di Giovanna la Pazza è stato il novellista Matteo Bandello, amico del Bologna. Dopo di lui in molti hanno narrato questa triste storia d’amore e ne hanno tratto anche numerose pieces teatrali.

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Come arrivare alla torre dello Ziro

Il sentiero per arrivare alla Torre dello Ziro è di media difficoltà, conta numerosi scalini e tratti su sterrati facili. La durata è di circa 3-4 ore ma ovviamente il tempo può variare in base alle difficoltà di chi compie il percorso.
Gli scalini che portano alla cima sono oltre tremila, per un totale di circa 3 km. Potrebbe sembrare un sentiero faticoso ma ci sono numerosi punti in cui fermarsi e ammirare il paesaggio, per poi riprendere con calma il cammino.
La visita può iniziare alla Piazzetta di Minuta, frazione del Comune di Scala, dove si trova una chiesa risalente alla prima metà dell’XI secolo. La chiesa della Santissima Annunziata è un esempio di architettura paleocristiana che presenta al suo interno numerosi affreschi di epoca bizantina, molto ben conservati.
Da alcuni scalini si scende poi verso Pontone, altra contrada di Scala. Per chi non fosse interessato alla Chiesa di Minuta, può raggiungere comodamente Pontone con la propria macchina, con i mezzi di trasporto oppure a piedi da Ravello.

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A Pontone si trova un altro interessante edificio, di cui si possono ammirare alcuni resti. Si tratta della Basilica di Sant’Eustachio, del XII secolo, di cui si possono ammirare l’abside e le colonne con i capitelli in marmo.
Si tratta di una costruzione molto interessante non solo perché si scorgono le influenze delle dominazioni spagnole, islamiche e africane, ma anche perché è uno dei pochi esempi di architettura romanica in questa zona.
In questo luogo, prima di proseguire verso la vetta e quindi la torre, ci si può soffermare sul panorama. Non si può che rimanere a bocca aperta davanti ad Atrani, il monte Pontone e Amalfi.

Continuando la visita di Pontone, si passa attraverso la piazzetta medievale e, imboccando il sentiero immerso nella vegetazione, si incontra il primo belvedere. La visuale che si offre allo sguardo è quella incantevole e dal blu profondo del magnifico Golfo di Salerno.
Dopo una breve sosta, si fa ritorno sul sentiero: l’ultimo tratto porta proprio alla meta finale, la Torre dello Ziro.
Da qui la vista è veramente mozzafiato e, per chi non fosse ancora troppo stanco, si può proseguire lungo il sentiero fino a raggiungere un altro belvedere, proprio sopra la torre.
Dopo altri scalini si può osservare in tutto il suo splendore Salerno, il mare del Golfo e la Basilica di Sant’Andrea e, nelle giornate più terse, anche Positano, Sorrento e Capri.
Cosa vedere nelle vicinanze
Una camminata tra storia e natura
Per chi vuole fare un’esperienza a 360° nella cultura campana, il sentiero della torre dello Ziro offre spunti interessanti. Le viste mozzafiato sul blu del mare della Costiera Amalfitana si uniscono alla storia che ha fatto di questa terra una delle più ricche e importanti d’Italia.